venerdì 1 gennaio 2010

I padroni del Pensiero

C'è una regola che disciplina i rapporti fra i vecchi e nuovi padroni del pensiero:il più giovane non può non criticare il vecchio, pur avendone adottata l'impalcatura primaria.Al di fuori del tuo Stato razionale,obietta Hegel a Fichte,resta la libertà del borghese e dellla "società civile".Al di fuori del borghese c'è l'operaio,prosegue Marx ,mentre per Nietzsche ,al di fuori,c'e il dominio del mondo.Hegel giovane riconosce a Fichte di aver inaugurato la rivoluzione filosofica tedesca ma condanna lo Stato razionale dove la polizia sa dove è ciascun cittadino, in qualsiasi ora del giorno e della notte.Per Hegel l'io si realizza nel "sospetto dello stato centralizzato che pretende di sorvegliare piuttosto che di punire,dissuadere piuttosto che costringere,garantire anzichè riparare.Ogni cittadino non impegnerà un solo funzionario ma almeno una mezza dozzina,per la sorveglianza,la contabilità,ecc. e ogni sorvegliante sarà controllato da altri e ,via via,all'infinito.Il più semplice degli affari creerà una ressa di affari.La critica di Hegel a Fichte sembra anticipare la burocrazia di Mao,mentre quella di Marx ad Hegel sembra rivolgersi con un secolo di anticipo al regime socialista russo:un corpo di funzionari razionali che lavorano nell'universale e vi coltivano i loro interessi particolari.Non sembra la critica alla nomenklatura sovietica che ricopre i suoi privilegi con il mantello rosso dell'internazionalismo proletario? Hegel figlio di Fichte,Marx figlio di Hegel,sembrano ,e lo sono ,legati da un filo.Seminano la terra di dottori Stranamore,anche negli angoli più sperduti.Il paradiso è all'ombra delle spade,promette Nietzche e gli operai debbono imparare a fare i soldati,a ricevere un trattamento e non un salario.Marx obietterebbe :soldati sì ma della rivoluzione.Queste le idee che circolavano nel XIX sec,Nel XX qualcuno le realizzerà.

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