domenica 24 gennaio 2010

Ferrara e Bonino.

A proposito della candidatura alla presidenza della regione Lazio di Emma Bonino ,Giuliano Ferrara ha scritto sul Foglio un articolo feroce.La autocandidatura della Bonino getta una luce sinistra sui cattolici democratici,malleabili,friabili,flosci.Non meritano di essere scomunicati,cosa che non si usa più,ma di essere dimenticati dalla storia.Messa da parte un'avversione personale assoluta,scrive Ferrara,per il carattere, la fisionomia civile ,la vanità fanatica e la disperante tristezza della persona,il giudizio politico è estremamente negativo per quanto concerne il Pd.Un partito robusto,il più grande dell'opposizione,prende la sua bandiera e l'affida ,a Roma e nel Lazio, all'araldo marciante di una cultura che nega tutta la sua storia ,sia postcomunista che postdemocristiana.La candidatura Bonino è l'ulterire prova del fallimento del Pd come partito.Non si può fare una unione di sangue fra due culture e due storie profondamente diverse che si sono combattute su temi importantissimi.Si tralascia volutamente la storia,si tagliano le radici culturali e un albero con le radici tagliate è destinato a seccare.Appare oggi evidente che la cosa migliore sarebbe stata mantenere in piedi i due partiti post e post ,cercando di trovare un accordo su programmi precisi e decisi.Non si sarebbe scandalizzato nessuno e non ci sarebbe stata alcuna sensazione di forzato abbandono della storia personale.

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