lunedì 4 gennaio 2010

Ancora su John Maynard Keynes

Dopo le brutte figure fatte dagli economisti di tutto il mondo sottolineate dai rimproveri della Regina d'Inghilterra, per non aver saputo prevedere la crisi,messi alla berlina anche da un Papa mite come Benedetto XVI,mi torna in mente quello che mi disse Guido Carli a proposito di certi soloni che si sfidavano dialetticamente nell'aula di Palazzo Madama discettando di economia,in un linguaggio forbito e rispettoso,falsamente rispettoso e anche leggermente ipocrita.Carli non li sopportava e quando poteva usciva dall'aula.Non ne hanno mai azzeccata una ,mi disse in tono amichevole.Keynes ,prima del secondo conflitto mondiale,partecipò ad un convegno, a Cambridge, sull'opportunità di ridurre i salari per favorire l'occupazione.Avendo notato che gli insigni professori universitari non riuscivano a mettersi d'accordo ,pur avendo una comune simpatia per la riduzione dei salari,prese la parola e risolse il caso:"Cercate di capirmi,fate il piacere.Se noi portiamo il salario a zero la disoccupazione scompare perchè tutti hanno interesse ad assumere lavoratori che non costano nulla.Ma c'è un problema :con le buste paga a zero crolla la domanda e l'economia va a pallino.Signori,concluse,pensatene un'altra".Aveva lanciato il segnale dei quattro punti cardinali interdipendenti:investimento,lavoro,reddito,consumo.Allo stato conviene finanziare lavori,anche far scavare buchi e poi ricoprirli,perchè in questo modo si sostiene la domanda aggregata.Gli stipendi corrono,le famiglie escono dall'angoscia,progettano di comprarsi un salotto,un frigorifero ,una automobile,così si mette in moto la catena keynesiana.Non ebbe vita facile da parte degli accademici e alla fine infastidito disse:"Non ci rendiamo conto che spesso i governi agiscono sulla base del pensiero di economisti morti da decenni.Questo significa che veniamo governati dai morti i quali ci osservano dalla nuvoletta e se la ridono a crepapelle".

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