lunedì 21 dicembre 2009

Io e Tangentopoli.

Tangentopoli fu un fenomeno semplice:alcune forze politiche ed economiche hanno usato la via giudiziaria per far fuori una classe dirigente formatasi all'ombra di personaggi di grande spessore morale e politico.Personaggi che avevano ricostruito moralmente e materialmente il paese distrutto da una guerra insensata.Improvvisamente,in tutte le province ,con una tempistica sospetta ,arrivarono avvisi di garanzia ai personaggi più in vista politicamente.Nell'estate del '93 si era tenuto l'ultimo congresso provinciale della DC e ,in quella circostanza ,annunciai la mia intenzione di non ricandidarmi alle successive elezioni politiche, ritenendo più che sufficiente aver fatto tre legislature ed aver ricoperto incarichi di grande prestigio ,come la presidenza della Commissione Difesa del Senato e la vice presidenza della commisione bicamerale Terrorismo e Stragi.Nel dicembre del '93 mi fu recapitato a casa una avviso di garanzia e io lo appresi dalla televisione, mentre ero al Senato nella sala Maccari.Si usava così:prima la notizia veniva data alla stampa, poi all'interessato.La stampa ,la televisione,le radio,tutte ad esaltare l'azione purificatrice delle procure,tutte a processarti in piazza.I giustizialisti da bar,quelli che fino a qualche ora prima ti riverivano quasi a leccarti,esprimevano la loro tensione morale esprimendo una gioia incontenibile nei riguardi dell'azione della procura della repubblica.I GIORNALI DEDICARONO TITOLI CUBITALI e animati anche da una invidia non più repressa,facevano a gara nel fornire notizie sui delinquenti.Sì ,i delinquenti,perchè insieme a me una ventina di personaggi politici ricevettero l'avviso di garanzia.Premesso che l'avviso di Garanzia era nato come difesa dell'eventuale imputato,in quei periodi era una vera e propria condanna a morte.L'accusa di corruzione era provata da una serie di bigliettini dai quali risultava che erano stati fatti regali e dati soldi ad amministratori del comune di Rieti e a personaggi politici,fra i quali io.A me il bigliettino consegnava quattro milioni di lire,che se fosse stato vero avrei tranquillamente preso o per darli al partito o per usarli per l'attività politica.Interrogato dal procuratore il dirigente dell'azienda disse che aveva scritto Ianni per indicare la Dc e non la persona.Questo non fu sufficiente a scagionarmi,fui nrinviato a giudizo.Per molto tempo ho pensato che sulla decisione avesse influito un episodio di promozioni a livello ospedaliero delle quali scriverò in altra occasione.La mia vita divenne un inferno.Il dolore,l'angoscia ,il pensiero dei miei familiari,mi spinsero quasi alla decisione di suicidarmi.Poi pensai che forse era meglio affrontare il processo e uscirne assolto.Mi rimasero pochi amici,i più,felici della mia liquidazione,andavano in giro a sputtanarmi.Io ero il capro espiatorio,loro gli angeli.Su quegli angeli dirò alcune cose che li riguardano.Al processo il mio avvocato,nel chiedere l'assoluzione,volle rassicurare la corte"assolvetelo,non farà più politica".Sì,chiuse così il suo intervento.Fui assolto con formula piena,ma il procuratore propose appello e finii ,dopo sette anni,con l'essere assolto in Cassazione.Nel frattempo il cuculo aveva occupato il nido.Una certezza:ad organizzare la trappola non furono i post-comunisti.

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