domenica 6 dicembre 2009

Il fallimento della prima impresa africana.

L'Italia,sentendosi sicura grazie all'alleanza con gli Imperi centrali,con l'arrivo della sinistra al potere,si lanciò nell'avventura coloniale,iniziata ,per Milza,troppo presto e nello stesso tempo troppo tardi.Troppo presto perchè il paese non aveva accumulato le risorse necessarie per un'avventura bellica africana.Troppo tardi perchè le potenze europee si erano impadronite dei territori migliori.Rimaneva l'impero etiopico,l'unico paese cristiano dell'Africa ,un ammasso di montagne,con vie di comunicazione inesistenti e senza alcuna ricchezza nel sottosuolo.L'impresa la volle la sinistra per distogliere l'attenzione dai gravi problemi economici interni.E' una costante politica quella di allontanare l'attenzione dai problemi reali.Prendemmo due sonori schiaffoni dagli abissini:uno a Dogali,nel 1887,dove una intera colonna italiana ,guidata dal colonnello De Cristoforis,fu sterminata con il suo comandante.L'altro,nel 1896, ad Adua dove il generale Baratieri ,a capo di un corpo di spedizione di 23.000 uomini,fu sconfitto dal ras Makonnen.Avemmo cinquemila morti e tremila prigionieri.L'umiliazione subita fu immensa ,Crispi fu costretto a dimettersi.Con gli Etiopi faremo i conti nel 1935,quando Mussolini lanciò la parola d'ordine di far volare l'aquila romana sui cieli d'Africa.Solo che per far volare l'aquila fummo costretti a lanciare il gas contro le truppe etiopiche.

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