sabato 19 settembre 2009

L'ipocrisia dell'abrogazione del divorzio

Nel 1974 Amintore Fanfani,capo indiscusso della DC,si mise alla testa di una crociata,bandita dal card.Benelli,per l'abrogazione della legge sul divorzio.E' inutile dire che se ci fosse stato De Gasperi il partito non sarebbe stato schierato in una battaglia di retroguardia che andava ad investire la libertà di coscienza dei cittadini.La libertà di coscienza va sempre difesa ed ognuno ne risponde dinanzi alla propria legge morale che non sempre coincide con la legge degli uomini.Andreotti si tenne defilato e con lui diverse personalità del partito ,Moro compreso.Si toccava con mano l'ostilità dei giovani,degli intellettuali,del mondo economico,dello spettacolo ,dei partiti laici,quelli che avevano accompagnato la Dc nella ricostruzione morale e materiale del paese uscito a pezzi dalla guerra..Si stava verificando un fenomeno che De Gasperi aveva sempre temuto,l'emarginazione del partito e di conseguenza il rientro in gioco del Pci.Era troppo evidente che il popolo italiano avrebbe votato contro l'abolizione,tanti,troppi erano gli esempi che balzavano agli occhi per il loro anacronismo.Il divorzio serviva a sanare alcune realtà troppo stridenti.Io,allora giovane presidente della provincia di Rieti, mi tenni in disparte,non volevo mettermi apertamente contro il partito e nello stesso tempo non ritenevo giusto votare per l'abrogazione della legge ,vincolando ad un voto la libertà di coscienza.Avevo anche un'altra giustificazione:le strutture del partito non si erano pronunciate sull'opportunità di appoggiare il referendum.Votai per il No,no all'abrogazione .Non me ne sono mai pentito e guardo in maniera compassionevole tutti quei sedicenti difensori del matrimonio che ,ecco l'ipocrisia ,non esitano un attimo ad usare l'arma del divorzio.

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