giovedì 24 settembre 2009

Kant Immanuel e la pace perpetua.

Molto interessante il breve saggio "Per la pace perpetua",scritto dal grande pensatore nel 1795,dopo la pace di Basilea tra la Francia e la Prussia.Si stava affermando,tra cumuli di cadaveri, il genio militae di Napoleone.La premessa al saggio è chiaramente satirica:Alla pace perpetua è una scritta sull'insegna di una osteria olandese sulla quale era dipinto un cimitero.Valga,scrive Kant,per gli uomini o in particolare per i capi si stato che non riescono mai a saziarsi di guerre ,o per quei filosofi che vagheggiano il dolce sogno della pace.Egli elabora articoli preliminari alla disciplina mondiale dei rapporti internazionali e questo prima della Società delle Nazioni o dell'Onu.Siamo a conoscenza della misera fine della Società ginevrina ,come abbiamo sotto gli occhi la quasi inutilità dell'Onu rispetto ai conflitti passati e in atto.Basti pensare al Ruanda,alla Somalia,all'ex Iugoslavia per esprimere un giudizio non lusinghiero o addirittura di condanna.Ecco la sua elaborazione di regole internazionali.Solo una appare oggi anacronistica,per il resto è tutto attuale:1)nessun trattato di pace deve essere ritenuto tale se stipulato con la tacita riserva di argomenti per una guerra futura;2)nessuno stato indipendente deve poter essere acquistato da un altro mediante eredità,scambio,compera o donazione(è evidente il riferimento al 1700);3)col tempo gli eserciti permanenti devono essere aboliti;4)non si devono contrarre debiti pubblici in vista di conflitti;5)nessuno stato si deve intromettere con la forza nella costituzione di un altro stato;6)nessuno stato in guerra deve permettersi atti di ostilità tali da rendere impossibile la reciproca fiducia nella pace futura.

Nessun commento:

Posta un commento