lunedì 21 settembre 2009

Il fascino di Lenin

Lenin aveva passato quindici anni della sua esistenza all'estero,ma non aveva perso il significato della vita in Russia e proprio all'estero affinò le teorie che lo avrebbero guidato nella Rivoluzione d'ottobre.Appena mise piede in Russia proclamò subito la parola d'ordine della rivoluzione sociale.Leggiamo Trotskij:"Vedeva e capiva l'operaio russo ,quella classe operaia che si era tanto accresciuta...Capiva l'anima del soldato,di quel soldato annientato dopo tre anni di tremenda carneficina,che si disponeva a prendersi la rivincita degli indicibili sacrifici..Comprendeva il muzik oppresso ancora da un servaggio multisecolare e che ora,grazie al turbamento della guerra ,poteva prendersi la rivincita su tutti gli oppressori,gli schiavisti,i signori..Ma il muzik era esitante,il soldato non sapeva scegliere fra il patriottismo e la diserzione.Gli operai prestavano ascolto ma erano sfiduciati...Le caldaie delle navi da guerra della flotta di Kronstadt erano sotto pressione..Tutti i rancori del passato non aspettavano che il momento propizio per liberarsi:i rancori e gli odi contro le guardie campestri,i commissari di zona,i capi di polizia,i funzionari delle imposte,gli usurai,i proprietari ,i parassiti,gli uomini in guanti bianchi,i provocatori,i tiranni.Ecco ciò che vide e comprese Lenin quando riprese il contatto con il paese.La storia,imbecilli,non si fa nei salotti,ma nelle trincee dove il soldato pianta il pugnale nel ventre dell'ufficiale.Tale barbarie vi ripugna?Non ve la prendete ,risponde la storia :ognuno dà ciò che può".Non si può negare il fascino che queste idee abbia esercitato su un largo stuolo di intellettuali che avrebbero voluto cambiare il mondo.Peccato che gli avvenimenti successivi abbiano dimostrato che dal torrente in piena della rivoluzione si passò al fango di un regime sanguinario,dispotico,burocratico.Il comunismo è finito nella discarica della Storia.

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