domenica 6 settembre 2009

Cossiga e gli Italiani

Tra gli storici e gli scrittori vivono due concezioni contrapposte sugli Italiani:per alcuni gli Italiani andrebbero rifatti da capo a piedi,per altri non c'è più nulla da fare.Cossiga non sposa alcuna posizione e in un suo bellissimo saggio"Italiani sono sempre gli altri"analizza la commedia del potere in Italia.La nascita dell'unità del paese,il ruolo dei cattolici e dei laici fino alle ultime vicende di cui è stato protagonista unico ed esemplare.L'antitalianismo dei suoi abitanti ha radici profonde,risiede nei meccanismi che affidarono le sorti della penisola ad una modesta potenza regionale come il Regno di Sardegna ,oscillante fra il liberalismo e il clericalismo gesuita,ma dotato di un grande reggitore come Cavour ,capace di giocare a scacchi sulla scena internazionale.L'Italia nasce anticlericale per la debolezza di papa Mastai,inadeguato alle sfide del tempo,sordo ai consigli di Rosmini,Gioberti e Pellegrino Rossi.Dopo il Congresso di Vienna che restaura il vecchio regime,seppure con taluni aggiustamenti,nessuno poteva pensare ,scrive Cossiga,che lo stato più scalcinato della penisola potesse raccogliere sotto un unico vessillo,quello sabaudo,l' espressione geografica del Metternich.L'Italia nasce sotto l'anatema,la scomunica di Pio IX.Questo gravissimo atto ,prosegue il Presidente,ha condizionato tutta la cultura politica italiana e ha fatto emergere un conflitto continuo fra laici e cattolici,guelfi e ghibellini ,clericali e mangiapreti,conflitto mai sopito malgrado i Concordati che hanno riguardato due Stati,Italia e Vaticano ,ma non la divisione dei due popoli.

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