lunedì 24 agosto 2009

La civiltà del benessere.

Indipendentemente dal temperamento,diremmo oggi dal Dna,di ciascun popolo,una cosa è certa: la civiltà del benessere,con le sue oscillazioni ,con i suoi alti e bassi,trasforma in necessità quello che viene definito " il superfluo".Prendiamo i telefonini ed esaminiamo il comportamento dei fruitori ,qualunque età abbiano.Se dimentichi il telefonino a casa ,sei preda di una sorta di angoscia,ti senti tagliato fuori dal mondo;il bambinetto della scuola primaria ,privo di telefonino,accentua il suo nervosismo e i suoi capricci.Il superfluo viene trasformato in necessità,in bisogno.Non è spinto dalla emulazione del ricco ma da un impulso irresistibile legato a molti aspetti della società dei consumi.Nasce e si sviluppa l'ansia.L'aurea mediocritas era il segno distintivo dei saggi ,degli individui forniti di equitas,la virtù più splendente del civis romanus.Saggio è colui che è felice di quello che ha.Ma i saggi sono in estinzione.Tutti gli altri sono tesi alla ricerca ansiosa dell'affermazione repentina del proprio valore,e questo in tutti i settori,dalla vita politica al denaro ,alla carriera professionale,allo sport,all'ostentazione erotica.Non sempre si raggiunge la meta,oppure,con l'età,alcune possibilità si affievoliscono.Ecco subentrare l'ansia ,l'angoscia,la noia di vivere,il suicidio .Non credo che i nostri antenati,alle prese con i problemi dell'esistenza ,non in senso filosofico ma fisico,percepissero la noia del vivere.

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