mercoledì 15 aprile 2009

Quaquaraqua.

Ne "Il giorno della civetta "di Leonardo Sciascia,un mafioso divide gli uomini in cinque categorie:uomini,mezzi uomini,ominicchi,piglianculo,quaquaraqua.Mi sono sempre riconosciuto nella prima categoria fin da ragazzo.Ho conosciuto momenti di gloria e ne ho gioito con parsimonia ,facendone partecipe gli amici e non ho mai voluto umiliare gli avversari sconfitti.Ho avuto momenti molto tristi e non ho mai assunto comportamenti spregevoli.Non ho mai disprezzato i falsi amici,quelli,signor P., che ti sono vicini nella vittoria e che ti abbandonano nella sconfitta.Non ho mai disprezzato coloro che mi hanno colpito alle spalle,ne ho contati tanti,signor P..Ho cercato di dimenticare il male ricevuto come quella volta che,raggiunto da uno stupido avviso di garanzia,telefonando al mio partito per annunciare la mia autosospensione,allora si usava così,mi sentii dire da te che il partito mi aveva sospeso.Appartenevo alla schiera dei garantisti e mi ero sempre opposto ai tagliatori di teste,ci rimasi molto male,non perchè vedevo troncata la mia carriera politica,quella sarebbe finita con la terza legislatura,come avevo annunciato al congresso dell'estate del '93,ma perchè di colpo mi cadde nel fango il concetto di solidarietà,base del nostro operato politico.Persi in quella occasione molti falsi amici, andati ad ingrossare le orde del vincitore .Me ne rimasero tanti e molto seri.Ti assicuro ,signor P.,che non sono quaquaraqua ma uomini veri ,amici nella buona come nella cattiva sorte.Voglio darti un consiglio: sii oggi più mite e domani,se sconfitto,più sereno.Solo allora dimostrerai di essere un uomo.

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